Lo scafoide è un piccolo osso situato a livello del polso, tra il radio e le altre sette ossa del carpo. La sua forma allungata e scavata gli conferisce il nome "a forma di barca". È fondamentale per la stabilità meccanica del polso, grazie anche ai legamenti che lo collegano alle ossa carpali adiacenti. La sua vascolarizzazione, tuttavia, è precaria, in particolare nel polo prossimale, più vicino al radio. Questa peculiarità vascolare rappresenta un problema in caso di frattura, poiché un’interruzione del flusso sanguigno può compromettere la guarigione, portando a instabilità del carpo e artrosi.

Cause
La frattura dello scafoide è generalmente causata da una caduta sul palmo della mano con il polso in iperestensione.

  • Maggiormente frequente negli uomini sportivi tra i 20 e i 30 anni.
  • Può verificarsi a tutte le età, inclusi i bambini.
  • Seconda frattura più comune nell’arto superiore, ma spesso non riconosciuta tempestivamente.

Sintomi

  • Dolore e gonfiore localizzati, in particolare nella tabacchiera anatomica (base dorsale del pollice).
  • Dolore alla superficie palmare del polso.
  • Dolore durante l’afferramento, con limitazione funzionale.
  • I sintomi possono essere marcati o molto lievi.

Diagnosi
La diagnosi si basa su:

  1. Anamnesi: ricostruzione del trauma.
  2. Esame clinico: valutazione dei segni e sintomi.
  3. Radiografie: proiezioni standard e specifiche per lo scafoide.
    • In caso di radiografie negative (25% dei casi), ma con sospetto clinico, si procede con:
      a. Informazione al paziente sul rischio di mancata guarigione (10%).
      b. Uso di uno splint rimovibile per limitare il movimento del polso.
      c. Rivalutazione clinica dopo 2-3 settimane e, se necessario, ulteriori radiografie, TC o RM.

Trattamento

  1. Ortopedico (conservativo)

    • Riservato a fratture composte senza spostamento dei frammenti.
    • Gesso con pollice incluso e gomito libero per 4-6 settimane.
    • Indicato per fratture del tubercolo e del corpo dello scafoide negli adolescenti.
  2. Chirurgico

    • Indicato per:
      • Fratture composte o minimamente scomposte (< 1 mm), soprattutto in giovani atleti o lavoratori.
      • Fratture scomposte (> 1 mm) e del polo prossimale.
    • Tecniche:
      • Mini-invasive (vite percutanea).
      • Tecniche aperte con o senza artroscopia per diagnosticare e trattare eventuali lesioni legamentose associate.
    • Obiettivo: ridurre il periodo di immobilizzazione e garantire una guarigione adeguata.

Complicanze
Le complicanze derivano principalmente dal ritardo diagnostico o dalla scarsa irrorazione sanguigna:

  1. Ritardo di consolidazione:
    • L’osso non guarisce dopo 2-3 mesi di immobilizzazione.
    • Trattamento: stimolazione con campi magnetici o chirurgia con vite percutanea.
  2. Pseudoartrosi:
    • Assenza di consolidazione a 6 mesi dal trauma.
    • Richiede intervento chirurgico, spesso con innesti ossei dal bacino o dal radio.
  3. Necrosi avascolare:
    • Morte del polo prossimale per mancanza di vascolarizzazione.
    • Diagnosi tramite RM e trattamento chirurgico complesso.

Artrosi del polso
Le complicanze non trattate, come pseudoartrosi e necrosi, possono causare artrosi cronica, con:

  • Dolore persistente.
  • Riduzione della mobilità.
  • Dolore durante attività di presa e sollevamento.
    Trattamenti:
  • Conservativi: tutori e farmaci antiinfiammatori.
  • Chirurgici:
    • Denervazione del polso.
    • Rimozione della prima filiera carpale.
    • Artrodesi parziali del carpo.
    • Impianto di protesi di polso.

Riabilitazione

  • Con gesso: mantenere il movimento delle dita durante l’immobilizzazione.
  • Post-chirurgia:
    • Stecca gessata per 15 giorni, poi tutore per altri 15 giorni.
    • Mobilizzazione assistita con terapista esperto.
  • Complicanze: periodi di immobilizzazione più lunghi e riabilitazione intensiva.

Un terapista esperto in chirurgia della mano è essenziale per una riabilitazione ottimale nei casi complessi.